Rosa Maria Cantatore
- 21/11/2020 12:00:00
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cecità e senso di estraneità al mondo, a tutto quanto...
Cè, in questi tuoi versi, un senso di smarrimento e di desolazione che, solitamente, non si avverte leggendoti.
E comunque è sempre un bel leggere. Bellissimo.
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Gil
- 20/11/2020 19:27:00
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Seguendo la produzione poetica della Turra, si è osservato come il cuore visivo di questa significativa poetessa, affronti lattraversamento del linguaggio come residuo di dicibilità rispetto allindicibilità del senso profondo dellestinza; poiché non si può ridurre la vita ad ununica dimensione, ecco allora apparire i suoi versi, la sua produzione poetica, diversi punti di vista o di voce con cui raccontare il proprio stupore di fronte allessere di noi stessi e delle cose, epperò uno stupore che ha una doppiacradice: da un lato la meraviglia propria di chi si stupisce, dallaltro, ecco la novità tutta turriana, che qui leggiamo in chiusa, quella "stranietudine" di chi sa, intuisce o "vede" di non appartenere al "qui ed ora", di "sentire" unOrigine coincidente con un Altrove dellistante in cui accade il proprio respiro.
Un caro saluto
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